Festa della donna: una società verso l’assenza del Principio Femminile.

Festa della donna: una società verso l’assenza del Principio Femminile.

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La festa della donna è una importante ricorrenza sociale, senza dubbio. C’è qualcosa però che ancora non mi torna del tutto riguardo lo spirito col quale viene festeggiata; mi riferisco all’inclinazione con la quale sia uomini che donne si approcciano a questa ricorrenza. Mi pare nettamente di percepire ancora un mancato bilanciamento tra “principio maschile” e “principio femminile”; ma cosa sono questi principi?

Spieghiamolo facendo prima delle premesse, innanzitutto quella importante dove anticipo che questo articolo risulterà come una voce fuori dal coro, a tratti anche provocatorio, ma con l’intento di individuare un nuovo modo per far parlare il maschile col femminile senza parteggiare per una fazione o l’altra.

Dalla parte delle donne.

Non è un mistero che la nostra sia una società nata su un potere patriarcale piuttosto che matriarcale, basti pensare che il suffragio universale fu ufficialmente concesso solo a partire dalle elezioni del 1945 oppure che solo nel 1981, con la legge 442, furono aboliti il “matrimonio riparatore” ed il “delitto d’onore” grazie anche al coraggio di donne come Franca Viola, la prima italiana a rifiutare il matrimonio riparatore e diventata per questo simbolo della crescita civile dell’Italia nel secondo dopoguerra e dell’emancipazione delle donne.

festa della donna
Franca Viola, la prima italiana a rifiutare il matrimonio riparatore nel 1966.

Se da un lato però la teoria va da una parte, la pratica di tutti i giorni va dall’ altra o, per lo meno, arranca. Uno degli aspetti che vengono presi più frequentemente a dimostrazione della disparità di considerazione tra uomo e donna al giorno d’oggi, è la differenza di trattamento economico esistente tra i due sessi: secondo l’ ONU infatti, le donne guadagnano il 23% in meno degli uomini.1

Questa disparità, oltre certo ai numerosi esempi di femminicidio riportati dalle recenti cronache, hanno probabilmente contribuito ad alimentare il risentimento della donna nei confronti dell’uomo. Bisogna anche aggiungere che la parte peggiore dell’informazione, ha saputo cavalcare questo rancore sottolineando come la violenza sia “maschia” ossia generata, sposata e agita dalla sola parte maschile. E in molti casi è davvero così, non oso metterlo in dubbio.

L’informazione di bassa lega tuttavia vive sui sentimenti di odio, di risentimento e di vendetta quindi, a un occhio più attento, non pare strano come, invece di favorire la cooperazione tra uomo e donna, sia intenzionata ad alimentare il livore e la competizione.

Dalla parte della donna quindi, appare un mondo ancora in gran parte patriarcale dove quello che la donna riesce ad ottenere, lo fa sottraendolo all’ uomo in una sorta di lotta per libertà e per le risorse che ancora continua.
 Ma questo approccio così competitivo e probabilmente pieno di risentimento, può portare a qualcosa di buono? 

Dalla parte degli uomini.

Dall’ altra parte ci sono gli uomini. Come vi sentireste se, nel rapporto con un altro individuo, questo non perdesse occasione di dirvi quanto siete cattivi e in quante occasioni storiche avete abusato del vostro potere? Probabilmente tutto ciò non contribuirebbe certo a ripristinare un sano equilibrio. Quando ci sono giudizi e accuse non si gettano le basi della comprensione, dell’accoglienza, del pacifico confronto e del perdono.

A dimostrazione di questo, ci sono le difese degli uomini che hanno subìto (e anche questo è un dato di fatto), la violenza da parte delle donne, in particolare quella agita attraverso strumenti legali (separazioni non consensuali, affidamento dei figli, usufrutto della prima casa di famiglia, etc.) che hanno gettato molti uomini sul lastrico.

“Sì”, dirà qualcuna, “ma fatto sta che i casi di violenza corporale da parte degli uomini a danno delle donne, sono più numerosi!”. Lasciatemi dire che la violenza è violenza e non è meno deplorevole perché si manifesta meno volte.

Qual è il giusto approccio quindi?

La violenza non ha sesso!

Quello che vorrei sottolineare in questa sede, è che la violenza sta purtroppo da entrambi le parti. La violenza infatti non ha sesso. Può essere differente nella natura (quella maschile in genere è più corporale, immediata e manifesta mentre quella femminile è più sottile, indiretta e differita) ma ugualmente presente.

“occhio per occhio…..e tutto il mondo diventa cieco.”

M.K. Gandhi.

Questo perchè la lotta per il potere non produce altro che altra lotta, altro livore, altro risentimento e altro odio. Mai sono state più adatte le parole del Mahatma Gandhi: “occhio per occhio…..e tutto il mondo diventa cieco”.

Ridefinire i concetti di libertà e successo della nostra società.

Che ci sia una competizione generale tra uomo e donna credo sia evidente (mi riferisco alla società tutta, non al singolo nucleo familiare dove effettivamente un uomo e una donna siano riusciti a creare un microcosmo in reale e sano equilibrio).

 Ma per cosa compete la donna?  Non lo fa forse per ottenere le stesse cose per le quali è l’uomo a combattere? Per i soldi e per le posizioni di potere? Abbiamo preso poco sopra l’esempio della disparità economica, no? Ed è uno dei principali temi che salta fuori quando si parla di disparità tra uomo e donna.

Ma “successo” e “libertà”, per come come sono intesi nella società attuale, sono maschilisticamente determinati. La donna, in larga parte, non vuole affermarsi nel suo principio femminile, ma vuole sottrarre all’uomo (e quindi appropriarsi) parte del suo principio maschile. Vista in questi termini, pare proprio che la donna stia competendo per diventare al pari dell’uomo in tutti i sensi, contribuendo ad alimentare una società pericolosamente sbilanciata verso il principio maschile.

 Ma cos’è il principio maschile e femminile? 
Nella seconda parte di questo articolo, non mancheremo di introdurre questi due importanti concetti stanti al centro di una società ben bilanciata e di come ci stiamo pericolosamente spostando verso una società dove il principio femminile è sempre più assente.

Buona vita a tutti.

Note:

1: La Repubblica.it: https://www.repubblica.it/economia/2018/01/20/news/onu_le_donne_guadagnano_il_23_meno_degli_uomini_il_piu_grande_furto_della_storia_-186889531/

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Albero_Bianco

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